Vada a bordo, cazzo!

Vada a bordo, cazzo!

«Vada a bordo, cazzo!» non è solo un ordine. È una frase simbolo di chi, in questo Paese, non vuole arrendersi alle difficoltà. Di chi, nonostante tutto continua a fare il proprio dovere. Anteponendo gli interessi collettivi ai propri.
«Vada a bordo, cazzo!» è la frase pronunciata dal capitano della Guardia Costiera, Gregorio De Falco, la sera della tragedia della Costa Concordia. Non è però solo questo.
Sono le parole che a ognuno di noi, almeno una volta nella vita, è capitato di voler urlare in faccia a qualcuno. E che mai come ora, in un Paese e in un’Europa che sembrano andare alla deriva senza una guida certa, diventano d’attualità.
«Vada a bordo, cazzo!» è un comandamento da sputare in faccia a chi non paga le tasse, a chi si fa offrire le vacanze e le case a sua insaputa. A chi preferisce il cinismo alla solidarietà. La furbizia all’onestà.
È un messaggio da manifestare con orgoglio. Per dimostrare quanto sia possibile essere diversi. Nella semplicità della vita quotidiana. Dove, anche la normalità del proprio dovere, può diventare uno stimolo eccezionale.
Allora «Vada a bordo, cazzo!».